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lunedì 2 dicembre 2013

Tipi di treno e tipi da treno

Che cos'e' il treno?
Per un italiano e' un oggetto misterioso (a seconda della provenienza geografica si rischia di non riuscire a stabilire nessun tipo di contatto), che, quando non si e' molto fortunati, rischia di essere sporco, scomodo e in ritardo.
Che cos'e' un treno per un giapponese?
Un mezzo di trasporto come un altro, che molto spesso sostituisce completamente l'automobile, e per cui lavorano persone cosi' solerti da scusarsi non appena il treno accumula un minuto di ritardo!
Insomma, una bella scoperta per quando si arriva in Giappone, per turismo o per altro, e si viene in contatto con questo mondo meraviglioso.
Pochi giorni fa mi e' capitato di utilizzare delle mie foto per un altro post, sul blog di italiani in Giappone a cui partecipo (http://burogu00.wordpress.com/2013/11/18/instagram-alla-giapponese-prima-parte/ e http://burogu00.wordpress.com/2013/11/27/instagram-alla-giapponese-seconda-parte/) ed ho pensato di usare delle mie foto, scattate in questi ultimi cinque anni di Giappone, per farvi vedere il mondo delle ferrovie giapponesi coi miei occhi.

Treno?



Per spostarsi, da casa nostra, si utilizzano i treni di una compagnia ferroviaria locale, la Kintetsu (近鉄), abbreviazione di "Kinki Nippon Tetsudou"(近畿日本鉄道). Sono spaziosi, i sedili nelle carrozze possono essere orientati in modo diverso, e sono sempre climatizzati, sia in inverno che in estate. Ma specialmente, le carrozze vengono spesso usate come "manifesti pubblicitari" per la zona, o per degli eventi che riguardano il Kansai. Insomma, mentre si aspetta in stazione non mancano mai le cose da vedere.
Abbiamo poi una funivia, gestita sempre dalla stessa compagnia ferroviaria, che porta residenti a turisti in cima ad una montagna in cui si trovano sia un tempio molto famoso nella zona (Ouzanji - 王山時) che un parco di divertimenti. E qui sotto potete vedere una delle carrozze della funivia di cui vi ho parlato: niente male, vero?

Sul treno con stile!


I giapponesi sono molto attenti ai dettagli, specialmente quando si tratta dei capi da indossare durante gli orari di lavoro. Ma perche' non aggiungerci quel certo non-so-che che fa la differenza? Ecco qui l'interpretazione di un salary man che prende il treno alla mia stessa stazione, che ve ne pare? In un incontro successivo ho notato che studia pure l'italiano per conto suo, diciamo che questo dettaglio me lo ha fatto diventare simpatico!
Attenzione, pero', a non dimenticare qualcosa, sia per la fretta, che per la speranza di non essere notati...
Non dimentichiamo quelle che, a mio parere, sono le persone da ammirare maggiormente: le signore di tutte le eta', piu' o meno giovani, che indossano il kimono e mantengono viva la tradizione di questo paese: incontrarne qualcuna sul treno mi riempie sempre di ammirazione.


Infine, anche se riconosco la liberta' individuale di vestirsi come si vuole, sui treni si incontrano anche degli esempi difficilmente decifrabili, come il ragazzo qui sotto... Voi che ne dite? 





Fuori concorso

Il treno e' qualcosa di cosi' comune in Giappone, da essere utilizzato in ogni caso, anche per le piccole necessita' come gli acquisti quotidiani. Ed e' qualcosa di cosi' familiare per i giapponesi, da riuscire a mettere a proprio agio un po' tutti, anche le compassate signore che normalmente cercherebbero di mantenere un certo contegno in qualsiasi situazione. Ecco qui due amiche, che scherzano sul treno del ritorno a casa, non sono carine? 


E mentre il treno va i pensieri corrono veloci,  e noi ci prepariamoa scendere alla nostra stazione per tornare, come se nulla fosse, alla vita quotidiana. Ma sempre attenti a non dimenticare sul treno qualcosa di importante, mi raccomando!!


lunedì 11 novembre 2013

In volo sopra la Siberia

Avvertenza: questa e' la storia di una brutta esperienza. Come tale, non rappresenta lo stato generale dei servizi proposti da una determinata compagnia aerea ma soltanto il cattivo comportamento di alcuni dipendenti. Lo racconto esclusivamente per "esorcizzare" il sapore amaro di quel fatto, quindi vi ringrazio per la pazienza che dimostrerete e vi chiedo di non preoccuparvi troppo, nel caso aveste in programma un lungo viaggio aereo in compagnia dei vostri figli piu' piccoli.

Ho impiegato parecchio, prima di decidere di raccontare quello che e' successo sul volo del ritorno in Giappone ai primi di aprile.
Questo perche' si e' trattato di un insieme di fatti abbastanza grave, almeno per me, ed anche perche' essendo affezionata a quella particolare compagnia aerea mi spiace davvero parlarne in questi termini...
Ma poi ho pensato che, in ogni caso, questo fatto ha avuto anche degli aspetti positivi, e che magari era meglio raccontarlo anche per le altre mamme, che si ritrovano con un figlio piccolo su un volo intercontinentale e rischiano di ricevere un trattamento del genere.

Andiamo per ordine: la vacanza in Sardegna non era andata molto bene, a causa dei problemi di fuso orario. Il bambino non si era adattato affatto, e passava ogni notte dormendo un'ora (massimo due), svegliandosi e restando bello arzillo per un'altra ora, per poi riaddormentarsi con lo stesso ritmo e cosi' via (fino all'alba, li' abbandonavo ogni speranza di farlo riaddormentare).
Quindi cominciavamo il viaggio di ritorno con una certa stanchezza pregressa, nervosismo e voglia di tornare subito a casa nostra (per restituire al bambino il fuso orario a cui risultava ancora fedele).

A Roma, prima dell'imbarco, mi avvisano che ho cambiato posto: avremmo viaggiato nella fila centrale, in un posto laterale ma con la garanzia di avere il posto vicino libero, e utilizzabile come via di fuga in caso di necessita' (cioe' se il bambino avesse avuto bisogno di un po' prima di addormentarsi). E con questa assicurazione saliamo a bordo.
Mio figlio, nel suo primo viaggio aereo, aveva imparato da solo ad addormentarsi poco prima di decollo e atterraggio, quindi la prima difficolta' viene superata agilmente.

Ma poi cominciano i guai...
Per prima cosa, il posto vicino al mio viene occupato da un signore molto alto, che non riesce a sistemarsi da nessun'altra parte (e che, si scoprira' poi, ha cercato inutilmente di chiedere una sistemazione adeguata prima della partenza, ma il sito della compagnia aerea era in manutenzione, e quindi non era riuscito a prenotare un posto adatto...). Pazienza! Cosi' come non importa che due altri signori occupino i due posti rimasti nella fila centrale.
Memore dell'ottimo trattamento ricevuto sul volo di andata ("Se ha bisogno di qualsiasi cosa per il bambino si rivolga a me") mi rassicuro pensando di poter contare in ogni caso sull'aiuto del personale di bordo.
Grosso errore!!

Quando l'aereo si mette in quota e mio figlio si sveglia cominciano i problemi: lui e' stanco, stranito e si lamenta, e io non posso far altro che cullarlo in piedi di fronte al mio posto. Provo a uscire, ma devo subito tornare indietro, perche' stanno cominciando il servizio.
E qui mi avrebbe fatto piacere almeno un minimo di tatto, una domandina semplice del tipo "le portiamo da mangiare piu' tardi?" che non e' arrivata. Pazienza per la mancanza di tatto, ma come fare a mangiare, col bambino agitato e uno spazio di manovra pari a zero?

Qui cominciano ad emergere alcuni, gli unici, aspetti positivi di questa faccenda. Le persone che mi circondano, il signore alto alla mia sinistra, e i due signori che occupano gli altri due sedili, lavorano per il Teatro La Fenice di Venezia, e insieme ai loro colleghi stanno andando in Giappone per una tourne' di dieci giorni che tocchera' Osaka, Nagoya e Tokyo. Mi tengono il bambino mentre mangio, e poi chiamano gli assistenti di volo per chiedere se possono spostare il signore alto (che e' ugualmente disponibile) e lasciarmi lo spazio sufficiente per un volo tranquillo.

Bene, sapete che hanno risposto? Che per spostarsi altrove bisognava pagare un sovraprezzo (il signore alto poteva andare solo in economy plus o in business class) e che loro non erano disposti a mettere in gioco il loro posto di lavoro per i problemi di una singola persona (i miei, coff... coff!). Visto che non riuscivo comunque a tranquillizzare mio figlio, i gentili signori si offrono di chiamare gli assistenti di volo una seconda volta: stavolta si esamina l'opzione di un mio eventuale spostamento in un posto laterale, che implicherebbe un altro spostamento, per entrambe le persone che occupano i due sedili del lato destro, o sinistro, dell'aereo. Pero', visto che sicuramente rifiuterebbero, il cortese personale di volo non chiede nemmeno...
E qui arriviamo al momento piu' drammatico di tutta questa vicenda: il responsabile dei servizi di cabina, giunto sul posto, mi dice che loro non possono far nulla per me, e aggiunge che - se avevo a cuore il bene del bambino - avrei dovuto prendere biglietti in business class!!
Confesso che ho cominciato a piangere, ed ho solo aggiunto che era una delusione... dopo tanti anni in cui mi ero adattata ad ogni richiesta da parte loro, non riuscivano a fare niente per me in un momento di estremo bisogno!!

Che fare? Il volo mio e del bambino si stava trasformando in un incubo: io non riuscivo a calmarlo e lui era sempre piu' nervoso, e le mie speranze di ricevere un po' d'aiuto erano clamorosamente naufragate davanti ad uno staff decisamente poco disponibile... Per cominciare sono andata a cambiare un pannolino bello pieno, e mentre lo facevo riflettevo sul da farsi...
Quando sono uscita dal bagno ero determinata: avrei usato la carta di credito e mi sarei fatta spostare in un qualsiasi altro posto (decisione difficile: non lavoro e i miei risparmi non sono cosi' tanti).
E qui e' avvenuto un miracolo! Tornata al mio posto i gentili signori che avevo intorno mi hanno informata: potevo spostarmi, e i due coniugi che occupavano i posti che mi avevano indicato si sarebbero spostati, rispettivamente, al mio posto e in un posto in classe economy plus.
Piena di riconoscenza ho ringraziato chiunque mi capitasse a tiro, e mi sono spostata. Dopo qualche minuto il capo-servizi si e' riavvicinato ad uno dei miei gentili vicini, e gli ha detto "Ha visto che abbiamo risolto tutto?", ottenendo quale risposta un "Dopo mi avvicino da lei"... Che posso pensare?!?
L'impressione e' che quel gentile signore abbia pagato di tasca sua per far spostare uno dei suoi colleghi altrove! Gentile?!? Nooo, di piu'!!
Da quel momento in poi il resto del viaggio e' proseguito senza grossi traumi: non posso dire che sia stato facile e riposante, ma almeno sono stata in grado di rispondere alle necessita' di mio figlio senza chiedere altri aiuti, e ho permesso al mio bambino di passare il resto del viaggio in tranquillita'.

Cosa e' successo in seguito?
Io e il bambino abbiamo ripreso la nostra solita routine, e lui si e' riadattato velocemente al Giappone. Ripenso spesso a quei gentili signori, e li ringrazio ogni giorno per avermi salvata da una situazione decisamente ingarbugliata: trovare persone cosi' nel momento del bisogno rende ottimisti nei confronti dell'intero genere umano.
Per quanto riguarda la compagnia aerea... Ho sempre viaggiato parecchio, e con diverse compagnie, e credo di aver visto un po' di tutto (come chiunque altro). Non mi metto a sindacare su problemi comuni che potrebbero capitarmi altre mille volte. Ma ammetto che, ripensando a quei fatti, temo di non essere in grado di affrontare ancora una volta una situazione del genere, nel caso si ripresentasse mentre il figlio ancora piccolo. Ho deciso di aspettare: dai due anni in poi viaggiare col bambino comportera' l'acquisto di due biglietti, e la sicurezza di avere quel minimo spazio a disposizione in grado di cambiare il corso di un lungo viaggio aereo. Nel frattempo io e mio figlio sperimenteremo delle soluzioni alternative (delle altre compagnie aeree), ma di sicuro non smetteremo di viaggiare mai dal Giappone in direzione dell'Italia (e dei nonni). E io cerchero' di ricordare
sempre che, per quanto la situazione possa sembrare disperata, non bisogna mai pensare che non valga la pena chiedere aiuto!!

lunedì 14 ottobre 2013

Una recensione, anzi due!




C'e' un'attrice giapponese che mi e' molto simpatica, il suo nome e' Ayase Haruka. La seguo con piacere quando partecipa a qualche drama televisivo perche' riesce, in ogni caso, a portare una ventata d'aria fresca in ogni situazione (anche la piu' improbabile). Confesso, guardo la televisione, in particolare i drama giapponesi (che ho sempre apprezzato). Inoltre, per aumentare le tentazioni, la recente apertura di un videonoleggio nei dintorni mi ha permesso di recuperare parte di quel tempo che per ora non posso dedicare alla visione dei film al cinema.

Del resto, con una tariffa settimanale di 50 yen a dvd (0.37 centesimi di euro) come potevo far finta di niente?
E allora mi sono buttata nella mischia, e la mia prima scelta e' caduta su due film in cui recita questa attrice giapponese. E ora ve ne parlero', se volete.

ひみつのアッコちゃん (Il segreto di Akko chan)

Il primo film riprende una nota serie animata, che ha tenuto compagnia alle ragazzine per anni, sia in Giappone che in Italia. Alzi la mano chi non ha mai sperato di poter usare il suo specchietto per cambiare qualcosa: io confesso di aver acquistato il mio primo specchietto da borsetta a causa di quella serie animata, ahah!
Akko, una comune ragazzina giapponese, riceve in dono uno specchio magico, al posto del suo che e' andato perduto: pronunciando determinate parole puo' cambiare il suo corpo, diventare grande e trasformarsi in cio' che desidera. E lei sceglie di crescere, diventare adulta, fino a trovare lavoro in una grossa ditta.
Insomma, tutto perfetto, ma c'e' un unico problema: non puo' rivelare il suo segreto, se non vuole che lo specchio perda immediatamente tutto il suo potere.
La nostra Akko, con le sembianze di un'adulta, trova addirittura lavoro in una nota ditta e fa amicizia coi suoi colleghi, fino a quando un problema la costringera' a chiedere aiuto al suo specchietto e... 

Il resto e' facile da immaginare, ma se avete modo di vederlo lo consiglio a tutti!


ホタルノヒカリ (La luce delle lucciole)
[*NB: si tratta di un gioco di parole che riguarda il nome della protagonista - Hotaru - che in giapponese significa anche lucciola]

Questo film riprende la storia di un noto drama tv: Hotaru e' innamorata del suo superiore sul posto di lavoro, e lui la ricambia. Sembrerebbe una situazione semplicissima, ma in realta'... (se siete curiosi vi consiglio di cercare il drama online)
I due fidanzati progettano una vacanza all'estero, e Hotaru e' molto preoccupata... Come potete vedere dalla locandina c'e' un matrimonio in programma, ma non vi dico altro: guardatelo, e divertitevi perche' la storia di Hotaru e del suo "bucho" sa essere fresca e mai noiosa. Insomma, e' tempo speso bene!

In questo periodo sono alquanto impegnata, e il mio piccolino richiede parecchia attenzione, ma se avrete un po' di pazienza ho ancora parecchie cose da raccontarvi! 

sabato 18 maggio 2013

Piccola recensione


Questa settimana, passando alla mia solita kururiya (*parafarmacia) ho trovato qualcosa di interessante, e oggi vorrei dividere la mia scoperta con voi. 

Si tratta di una lattina di the, e come potete vedere e' the al cioccolato!! 
All'inizio ero piuttosto scettica, lo ammetto: un amico giapponese ne aveva parlato su un social network e la cosa mi aveva incuriosita. La marca, Fauchon, corrisponde a una ditta francese molto famosa, ma confesso che i prodotti che avevo consumato fin'ora non mi avevano soddisfatta per niente... Poi, trattandosi di un prodotto venduto in Giappone temevo che fosse totalmente privo di zucchero... (la birra al cioccolato e' stata uno shock, lo ammetto!) 
E invece l'ho comprato, e apprezzato, ma come e' successo?!?

Prima di tutto una doverosa spiegazione: gli alimenti che si trovano in vendita nelle parafarmacie, di solito, hanno un prezzo inferiore a quello abituale, e quindi si viene tentati maggiormente. In questo caso particolare, due lattine di the costavano 100 yen in tutto, e quindi mi sono detta "perche' no?"

Il risultato e' stato cosi' soddisfacente da convincermi della necessita' di una nuova visita alla kusuriya: e' una bibita buona, leggera, e dolce al punto giusto, e consumarla in queste giornate quasi estive mi ha fatto apprezzare anche le sue (insperate) proprieta' dissetanti. 
Se vivete in Giappone, o state per venire in viaggio il mio suggerimento e' uno solo: cercatela, perche' non ve ne pentirete!! 

venerdì 17 maggio 2013

Scegliere un cellulare in Giappone

Che fare in un tiepido pomeriggio che pare quasi estivo?
http://tinypic.com/view.php?pic=2nbzfqb&s=7
Ci pensi bene e decidi di fare una passeggiata: il tempo e' invitante, il venticello pure, e camminare vicino al fiume che scorre dalle tue parti fa sempre piacere.
Ora, tornando coi piedi per terra, faccio questa passeggiata col bambino, dieci mesi per circa 10 chili, nel marsupio (perche' spero che dorma) e con uno scopo ben preciso:
il cellulare e' ormai giunto alla scadenza naturale del contratto (due anni), e anche se non me ne vorrei separare sta cominciando a dare segni di usura... L'idea che possa lasciarmi al palo, e l'ennesima promozione che permette di ottenere uno sconto di 10.000 yen mi ha fatto finalmente decidere per il cambio.
Aggiungiamo anche un altro aspetto da non sottovalutare: oggi ho ricevuto uno smartphone della Sony che mio fratello ha acquistato per me in Italia, e quindi lo porto con me per chiedere se posso usarlo con la sim card della mia compagnia ed evitare l'acquisto di un nuovo apparecchio!!
Arrivati al negozio chiedo subito notizie per il cellulare che ho ricevuto in regalo: il commesso e' titubante, mi dice che non sa se si puo' usare la scheda sim su un telefono diverso da quello con cui e' stata venduta... Ma mi mette addosso una gran curiosita', e - approfittando del momento, visto che il figlio sembra conquistato dai giocattoli che ha trovato nel negozio - smonto il cellulare giapponese e inserisco la scheda sim in quello italiano...
Funziona, funziona!! Problema risolto: continuo a usare la mia sim giapponese col bellissimo cellulare che mi hanno regalato!
E invece no...
In Giappone le compagnie di telefonia cellulare offrono cellulare e scheda sim: non e' possibile acquistare esclusivamente la sim e nemmeno utilizzare un cellulare che non rientra fra quelli "in dotazione" alla tua compagnia telefonica. In compenso si puo' continuare a usare il cellulare scelto anche dopo la scadenza del contratto, che si intende rinnovato automaticamente se non si da' la disdetta.


Nel mio caso specifico, lo smartphone della Sony non e' incluso fra quelli offerti dalla compagnia telefonica, e anche se posso usarlo il commesso (dopo aver controllato anche online) mi dice che non esistono tariffari specifici e c'e' un grosso rischio di vedersi addebitare cifre spropositate perche' il sistema non riconosce il cellulare.
E allora niente di fatto: l'unica soluzione e' rinnovare il contratto, approfittando della promozione del mese e scegliendo un nuovo telefonino.
Il resto della procedura si sviluppa molto velocemente: sono una loro cliente, e quindi tutti i miei dati si trovano sul loro terminale. Scelgo il telefono, chiedo qualche notizia sulle opzioni e sul piano piu' conveniente, e in breve tempo esco dal negozio col mio cellulare nuovo e una busta di regali!!

[Se voi pensate di venire ad abitare in Giappone permettetemi di aggiungere qualche piccola informazione:
- e' possibile acquistare un prepagato, con quasi tutte le compagnie, ma alla fine (se la permanenza e' a lungo termine) i costi non sono poi molto diversi! La ricarica del prepagato va comunque utilizzata entro tre mesi e - eccetto le email - le telefonate hanno costi elevati e quindi ci si trova a consumare il credito senza rendersi conto.
- prima di scegliere un cellulare giapponese con contratto e' sempre meglio parlarne con chi ne ha gia' uno, in modo da poter valutare i costi reali dell'apparecchio e del piano telefonico.
- i cellulari giapponesi vengono ceduti in comodato d'uso: il costo dell'apparecchio viene rateizzato in 24 mensilita' e addebitato in bolletta. E' possibile acquistarlo direttamente (io ho fatto cosi' per il mio primo cellulare) risparmiando qualcosa.
- e' preferibile avere un conto corrente giapponese per l'addebito delle bollette: in molti casi i negozi rifiutano l'addebito su carta di credito (questa e' una novita' piuttosto recente).]

Bambino addormentato nel marsupio, e cellulare nuovo in borsa: la mia giornata si e' conclusa in maniera proficua! Quale cellulare ho scelto? Alla fine ho optato per un altro smartphone, ora la domanda e' "riusciro' a capire come si usa?".Da domani in poi comincero' a preoccuparmi per i costi, haha!!

martedì 19 marzo 2013

Arrivano, arrivano! (finalmente)

Come potete vedere dalle foto, finalmente sono arrivati! Che cosa?!?
I primi ciliegi in fiore, ovviamente! 
L'anno scorso la fioritura e' cominciata con parecchio ritardo, ai primi di aprile, ma quest'anno sembra proprio che l'attesa sara' molto breve. 
Come mai sono tanto entusiasta? 

Semplice: in Giappone l'inverno e' decisamente rigido, o almeno risulta tale per chi non e' abituato a temperature molto basse e forte umidita' continua... 
Per questo motivo, l'arrivo dei primi ciliegi in fiore ha sempre rappresentato, per me, il segnale che indica la fine del freddo e l'arrivo della bella stagione.
Ovviamente, apprezzo anche l'hanami (花見), ovvero il pic-nic sotto gli alberi fioriti (detto in maniera piuttosto semplicistica), ma mi godo quella settimana, o quelle due settimane in cui tutti i ciliegi della zona fioriscono riempiendo l'aria di un buon profumo!!
Quest'anno, pero', noi siamo in partenza: un nonno impaziente aspetta di conoscere il suo primo nipotino e non possiamo certo deludere le sue aspettative, non vi pare?
Quindi, che vi devo dire?!? 
Mando un caloroso benvenuto ai ciliegi in fiore, e incrocio le dita sperando di vederne ancora qualcuno al nostro ritorno in Giappone!! Se non succedera' non ne faremo certo un dramma: l'anno prossimo un piccolo italo/giapponese si divertira' molto di piu' sotto un mare di petali rosa. 
E voi, se potete, venite in Giappone in questo periodo: il mio primo viaggio e' stato proprio alla fine di marzo (dell'anno 2002... aiuto, quanto tempo e' passato!!) e non me ne sono certo pentita!








lunedì 11 marzo 2013

Due anni fa, in un giorno come tanti...


Due anni fa...

Sono passati gia' due anni da quel giorno di marzo.
Era cominciato come un giorno qualsiasi, molti impegni al lavoro e poco tempo per mangiare (ma per fortuna il dolce era assicurato da una ciambella del Misdo vicino alla scuola!).
Io insegno italiano, come tanti miei compatrioti qui in Giappone, e anche quel giorno mi trovavo al lavoro a Nara. Insegnare italiano mi piace un sacco: quando sono arrivata qui, con la mia esperienza scolastica alle spalle, ho capito che avrei dovuto ricominciare tutto da capo e, piano piano, ho costruito un mio stile, che comunque adatto alle necessita' degli studenti che mi trovo davanti.
L'11 marzo del 2011 cadeva di venerdì, e dopo una prima ora di lezione terminata poco dopo l'ora di pranzo, consumavo velocemente il mio bento, pensando a cio' che dovevo ancora preparare per la lezione successiva.

E qui la prima stranezza: i muri della mia stanzetta (chiamarla classe mi pare un'esagerazione, considerate le dimensioni minime) si agitavano furiosamente, e il mobiletto che ospita i raccoglitori coi fogli di presenza da far firmare agli studenti faceva sentire la sua voce!
“Un altro di quei terremoti da pochi secondi..” caratteristici della zona: da queste parti le scosse durano pochissimo, difficilmente superano il minuto. E quindi meglio continuare con la preparazione per la prossima lezione, e specialmente meglio finire il mio pranzo!!
E invece i muri continuavano ad agitarsi!! Ho chiesto consiglio al mio collega inglese, l'unico presente in quel momento, e visto che non riuscivamo a decidere che fare abbiamo chiesto alla sua studentessa cosa preferiva fare.
La signora, per niente intimorita, voleva continuare la lezione, e allora dopo averli lasciati, visto che la scossa era ormai terminata sono uscita a controllare che la porta della scala di emergenza fosse aperta (la titolare la tiene chiusa, per evitare ingressi inopportuni quando nessun insegnante e' a scuola).
Nel mentre era arrivata la mia studentessa, una simpatica universitaria prossima alla laurea, totalmente ignara di quanto era appena successo (“del resto, camminando per strada i terremoti non si sentono”, mi aveva spiegato notando il mio stupore). Anche lo studente del mio collega era arrivato, e grazie al suo cellulare con collegamento tv abbiamo capito che stava succedendo.
Nel Kanto si era appena verificato un terremoto, cosi' forte da essere percepito a grande distanza. E nel mentre una seconda scossa ci confermava che non si trattava di un falso allarme.

Solo in serata, a partire dal ritorno in treno, i messaggi che intasavano la memoria del mio cellulare italiano, mi avevano spaventata!
“Perche' queste persone mi stanno dicendo queste cose?”
Sono scettici quando dico loro che stiamo bene?”
“Che cosa sara' successo nel Kanto?”

Quella sera, quando io e mio marito abbiamo guardato la televisione (trasmetteva le immagini dello tsunami che portava via con lui la vita quotidiana di tante cittadine costiere), ho capito che era appena successo qualcosa che avrebbe cambiato le nostre vite in ogni caso. E ho sentito le gambe che mi tremavano...

(http://static.onemansblog.com/wp-content/uploads/2011/03/Japan-Tsunami-2011.jpg)

giovedì 21 febbraio 2013

Il dentista in Giappone - un elogio sincero.

Le medicine ricevute dopo l'estrazione di mezzo molare: notare il colluttorio da 500 ml!
Quando sono arrivata in Giappone nel 2008, oltre a quella di familiari e amici ho avvertito un'altra grave mancanza: quella del mio dentista abituale!! 
Molto bravo e paziente, conosciuto ai tempi in cui andavo alle superiori (galeotto fu il morso alla rosetta che mi fece capire che era arrivato il momento di controllare i denti!). Considerata la mia paura innata del dentista, cambiare mi preoccupava parecchio.
Quindi non ho osato avvicinarmi a un dentista per anni, da quando mi sono trasferita un Giappone... Ma anche stavolta, come ai tempi delle superiori, ad un certo punto ho scoperto che avrei dovuto andarci comunque!
Ero stata messa in guardia: studi medici antiquati, poca igiene nella disinfezione degli strumenti e cosi' via, quindi non sapevo da dove cominciare. E allora, dopo aver deciso di procedere per tentativi, ho trovato il mio dentista in Giappone al primo colpo!!

Lo studio, nuovissimo, si trova vicino al mio posto di lavoro. Lo staff ha la sua bella uniforme e il medico e' bravo e spiritoso (sta sempre ridendo)!! Ogni lettino ha un monitor da cui il paziente puo' seguire la spiegazione del medico, e dire la sua. E - se non bastasse - quando stanno per fare male si scusano in anticipo!
Questa volta, tutto e' cominciato da una piccolissima carie: si trovava in una brutta posizione (visibile) e ho deciso di andare a farla curare. Poi, visto che in una sola seduta riuscivano a curarmi ben due denti alla volta (una rarita' in Giappone, dove il dentista ha dei tempi biblici mica male!) allora ho continuato, pensando di sistemare un bel po' di questioni in sospeso prima di un nuovo viaggio in Sardegna. E quando pensavo di aver finito... ecco qui la (brutta) sorpresa! Un molare in buone condizioni ma dolorante, con una radice cariata (su tre)!!
Che fare?!? 
L'impianto era comunque impossibile, sia per ragioni economiche che pratiche, per cui non e' rimasta che la ricostruzione del dente partendo dalla base sana (e - ovviamente - l'estrazione della radice cariata).
Dopo aver risposto ai miei dubbi di natura economica (la classica domanda "Quanto mi verra' a costare tutto cio'?") sabato scorso abbiamo cominciato le grandi manovre con l'estrazione della radice.
Tutto perfetto!! In un'ora il medico e' riuscito a estrarre la radice, e - cosa piu' importante - non ho sentito proprio nulla!!! Quello che rimane da fare, ovvero la ricostruzione del dente, mi portera' via un'altro paio di sedute, ma nel complesso il tutto non costera' piu' di un centinaio di euro!
In Giappone l'assicurazione sanitaria copre il 70% delle spese, quindi usufruire di una prestazione specialistica non e' mai troppo costoso!
Purtroppo i costi sono proibitivi se non si e' residenti, ma lasciatemelo dire: viva il dentista giapponese!! Se lo si cerca con pazienza (non e' sempre possibile trovare il dentista migliore al primo colpo) non ti deludera' mai. 

mercoledì 13 febbraio 2013

Il gusto della scoperta.

In questo periodo, per varie ragioni, mi capita spesso di passare al supermercato. Anche per una semplice passeggiata col bambino, mi aggiro tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa che non ho ancora provato.
E oggi sono tornata a casa con queste due buste... Penso sia facile capire che cosa contengano, ma prima e' necessaria una premessa.
In Giappone cucinano la pasta. E anche se i vari formati sono, a volte, difficili da reperire, la pasta  e' diventata una presenza costante nella vita dei giapponesi.
Il sugo di carne e', comunque, facile da trovare e devo dire che i giapponesi fanno del loro meglio per integrare la pasta nella loro dieta quotidiana. Tuttavia quando non si vive in Italia le aspettative per quanto riguarda il cibo "all'italiana" vanno ridimensionate per forza, almeno io la penso cosi'.
Ecco perche', qualche volta, acquisto dei condimenti per la pasta che decisamente hanno ben poco di italiano!!

Nella foto in alto, da sinistra a destra, potete vedere il condimento al tarako (たらこ) - uova di merluzzo - e il condimento alla crema di formaggio e avocado (アボカドチーズクリーム).
Com'erano?!?....

BUONI!
Li ho provati sia con la pasta lunga che con la pasta corta e sono pienamente soddisfatta.
Ho pensato di dividere la mia scoperta con voi: chiaramente qui in Giappone non ci si puo' aspettare di mangiare come in Italia, quindi il mio consiglio e' di provare senza pensarci due volte.
Per prima cosa dovete partire dall'idea che ogni occasione di assaggiare qualcosa di particolare qui in Giappone potrebbe non ripresentarsi una seconda volta. Se proprio non vi piacera' avrete comunque qualcosa da raccontare al vostro ritorno!!
Infine, per salutarvi nel modo migliore, che ne dite di un biscotto alle verdure?

mercoledì 16 gennaio 2013

Aspettando la neve...

Il ferroviere che spazza via la neve dalla banchina, Ricorda un po' Don Chisciotte contro i mulini a vento!
Qualche settimana fa la neve e' caduta su Tokyo e zone limitrofe, creando qualche problema logistico. Qui da noi, invece, nonostante il freddo, la neve ancora non si e' vista...Nevica, quello si', e si gela! Ma la neve non resiste e si scioglie subito!
So bene che la neve provoca parecchi disagi, ed un inverno in cui non cade e' sicuramente meno pesante. Ma io amo la neve!! 

Non essendoci abituata, la neve mi entusiasma. E per questo motivo vi posto qualche foto della grande nevicata a cui ho potuto assistere due anni fa (nel febbraio 2011), salutando gli ultimi momenti di questo freddo inverno e sperando in una bella nevicata in futuro. 
La strada che porta verso un tempio buddista della zona.




Mr Donut's sotto la neve! Ma per una ciambella si fa questo ed altro!






martedì 8 gennaio 2013

I saldi da Muji!

Buon anno a tutti! Avete passato delle buone feste?
Oggi, durante il nostro giro per le spese settimanali, siamo passati in un centro commerciale e, per curiosita', ci siamo fermati da Muji. 
Questi negozi fanno parte di una catena molto diffusa anche all'estero, che offre abbigliamento, arredamento, cancelleria e - ultimo ma non meno importante - vari tipi di cibarie! In questo periodo i saldi sono in pieno svolgimento, ma il mio interesse, piu' che sull'abbigliamento,  si e' concentrato sui generi alimentari: ho acquistato ben due confezioni di preparati per dolci, a 100 yen l'una (praticamente 1/6 del loro prezzo attuale).

Dopo quattro anni di vita in questo paese, per me cucinare una torta in casa e' diventato un piacevole passatempo. Ma all'inizio, quando sono arrivata in Giappone, il passaggio e' stato traumatico: niente forni "all'italiana", torte con prezzi alti e di misura minima...
In quel momento le confezioni di preparato per dolci della Muji mi hanno aiutata a cominciare: infatti contengono tutto quello che serve per la preparazione, dalla farina alle decorazioni per arrivare fino alle confezioni vere e proprie!! Insomma, una vera pacchia per chi vuole preparare un dolce e non e' molto pratico, o per chi non ha tempo di acquistare singolarmente tutto il necessario.

In parole povere: acquistare una confezione di preparato per dolci di Muji e' come acquistare un pacco a sorpresa. In certi casi i dolci non riescono per niente bene, in altri sono buoni, ma comunque prepararli e' facile e divertente! Non vedo l'ora di provare i miei nuovi acquisti!
So che esiste un negozio Muji a Milano, ma avra' anche il reparto dei generi alimentari?
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Nel corso del 2012 i molti impegni personali mi hanno impedito di dedicare troppo tempo al blog, ma da quest'anno riprendero' a curarlo come merita: quindi, scusate se vi ho fatto attendere, sono tornata!!