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venerdì 25 dicembre 2015

Il Natale alla giapponese

Quest'anno non siamo in Sardegna per le feste.
Capita, e non si tratta di un problema serio, anche perchè abbiamo passato delle bellissime vacanze estive al mare. Quindi non abbiamo perso nulla cambiando il periodo di viaggio.
Ma, ma... Questo ci espone a un tipo di esperienza a cui (io) avevo perso l'abitudine.
Certo, il viaggio in Sardegna aveva, e ha sempre come primo obiettivo quello di portare il nipote a nonni e zio. Ma vogliamo parlare della bellezza di passare il Natale respirando il clima di festa?
Calchiamo la mano, vogliamo parlare della bellezza di passare il Natale con gli amici e mangiando cose buonissime?
Meglio di no. Guardiamo l'altro lato della medaglia: passare le feste in Giappone permette di apprezzare il Capodanno, con la prima visita al tempio e la neve che, ultimamente, cade molto piu' spesso. Permette anche di apprezzare un pò di tempo in casa, tutti insieme (anche se magari si tratta solo di guardare la tv e giocare col più piccolo di casa). Possono sembrare piccolezze, ma se le si valuta in rapporto a un anno decisamente faticoso, e con pochi momenti di pausa, allora diventano momenti importanti.

E allora vediamo un pò come sta procedendo il nostro Natale in Giappone.
Come saprete, in questo paese i cattolici sono una ristretta minoranza. Questo porta alcune conseguenze:

- il Natale non è un giorno festivo, la vita prosegue normalmente e non si riposa.
In realtà questo è normale, anche in Italia non ci si ferma per le feste altrui. Ma se tu vuoi festeggiare come ti devi comportare?

Ci sono due possibilità: puoi tenere a casa il figlio, chiedere al marito di prendere un giorno libero e approfittare della stagionalità del tuo lavoro per festeggiare il Natale come merita. Parliamo del lato consumistico del discorso, per l'aspetto religioso occorre fare un discorso a parte.
Oppure puoi festeggiare il Natale in un altro momento, anticiparlo o posticiparlo (il nostro caso) in base agli impegni di tutti.
Quest'anno io farò così:la mia prima intenzione era quella di tenere tutti a casa e festeggiare il Natale nel giorno stabilito. Ma poi sono spuntati vari impegni e ho dovuto cambiare programma. E pazienza: parliamo del lato consumistico, dello scambio dei regali e del pranzo iper calorico di ordinanza. Il figlio è ancora piccolo, e si adatta, e il marito non ci bada più di tanto.

- Il pranzo delle feste.
Qui si tocca un tasto dolente. Ognuno di noi porta nel cuore le tradizioni della sua terra: io ho un'immagine del pranzo di Natale che comprende i gnocchetti alla campidanese, una porzione di carne arrosto, un pezzo di tratalia (http://digilander.libero.it/osini/immagini/immagini%20osini%20cucina/tratalia%20e%20corda/tratalia%20e%20corda%20immagini%20640/cottura%20tratalia%201.jpg) quando si mangiava a casa di un parente, e tanta frutta secca assortita, da consumare insieme a panettone e pandoro (perchè altrimenti non sembra Natale). Cosa posso fare qui in Giappone?
Per prima cosa ho acquistato un pollo da arrostire, cosa non semplice da fare e per cui mi è servito un aiuto da un amico qui in zona. Poi mi sono procurata qualcosa di italiano per gli antipasti, e della frutta secca, Avevo comprato il panettone ben due mesi fa, in un negozio di cibo importato, e pagando l'equivalente di circa dieci euro per una confezione da 500 grammi. Ho preferito evitare di acquistare anche il pandoro, per i costi troppo elevati, e mi sono impegnata per cercare di prepararlo di sola.
Ora devo solo mettermi all'opera! Come dicevo, il nostro Natale verrà posticipato al 26, e quindi avrò il tempo di cucinare tutto.

- Il Giappone non è un paese cattolico.
Beh, aspettarsi che si comporti come tale sarebbe una forzatura, chiaro. Ma se io volessi andare a messa?

Il tutto dipende molto da dove si abita. Io vivo in una zona di campagna. che ha lati positivi e lati negativi. Fra i lati negativi devo mettere al primo posto la mancanza di collegamenti... (una media di un bus all'ora che porta verso la stazione, da cui partono treni che ci collegano al resto del mondo civilizzato). Ma non basta: anche se si supera in qualche modo il problema dei trasporti, resta un particolare: la messa cattolica non si tiene quotidianamente, non si tiene nelle vicinanze, e si celebra in giapponese (la messa in italiano si tiene due volte all'anno, ma a grande distanza da casa nostra).
Allora, quando si entra nella dinamica della vita quotidiana giapponese, con giornate piene e pochissimo tempo per noi stessi, come si fa a trovare il momento, in un giorno feriale, per prendere un treno e andare a messa? Io per ora non ci sono riuscita... Non ho ancora abbandonato le speranze per il futuro.

- Le vacanze invernali sono poche.

Noi siamo abituati ad un altro concetto di vacanza: mancanza di impegni, possibilità di dormire fino a tardi, tempo. Qui in Giappone il lavoratore ottiene pochissimi giorni liberi: orientativamente parliamo del periodo che va dal 28 dicembre al 4 gennaio. In questo periodo ovviamente si dorme un pò di più, ma il resto del tempo viene dedicato a sbrigare tutta una serie di incombenze, sia familiari (come in Italia, si incontrano i parenti che vengono a trovarci) che legate alla vita quotidiana (noi abbiamo ancora delle cose da sistemare che aspettano dall'estate).

Però ci sono anche dei lati positivi: per esempio, la neve cade molto frequentemente tra la fine di dicembre e i primi di gennaio, e non posso immaginare un bianco Natale (o meglio, un bianco Capodanno) migliore di quello che si può provare in Giappone.
Volete un altro lato positivo?
Va bene, eccolo qui: tra poco si riparte, i nonni reclamano il nipotino e io ho bisogno di respirare aria di mare. E questa sicurezza spazza via qualsiasi contrarietà legata al passare il Natale in un paese che non lo festeggia.

Buone feste a tutti, da Daniela e dalla campagna della prefettura di Nara. Un augurio di cuore a tutti gli amici lettori, e a tutti quelli che mi hanno dato una mano durante questo anno complicato.  Auguri!!!