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lunedì 20 agosto 2018

La misura del tempo in Giappone (prima parte)

Ci troviamo, a quanto dice il calendario, alla fine di agosto.

Anche quest'anno, per fortuna, siamo venuti in Sardegna per le vacanze, e a breve torneremo in Giappone. Mi sto finalmente rilassando: dormo più di cinque ore per notte, mangio con calma e passo un sacco di tempo al mare. Ho visto tanti cari amici,e spero di riuscire a recuperare anche chi è troppo occupato o abita lontano prima del nostro ritorno.

Ma c'è una domanda che mi frulla in testa, e non mi abbandona.

Come ho fatto a passare i mesi che mi separano dall'inizio dell'anno al nostro arrivo in Sardegna?

Se vi va, proverò a riassumerli per voi.


Poco prima della fine del 2017 sono andata a Osaka per degli acquisti. mi trovavo sul treno del ritorno, osservavo il panorama che piano piano passava dalla caratteristica zona di Tsuruhashi (* per chi non lo sapesse, si tratta di una parte di Osaka abitata in gran parte da persone di origine coreana, mi piacerebbe parlarvene un giorno) ai grandi edifici che caratterizzano l'area urbana di Higashi Osaka (* Osaka Est) e ho pensato: "sarebbe bello avere del lavoro anche a Osaka...!"

Bene, forse qualcuno mi stava ascoltando, perchè con l'inizio dell'anno nuovo sono arrivate delle opportunità.

Per prima cosa, un colloquio di lavoro per una scuola privata cattolica nella zona di Tsuruhashi!
L'insegnante non poteva continuare per problemi di salute, e ha fatto il mio nome (per farvi capire, lo avevo già sostituito nell'università in cui lavoro attualmente, e a quanto sembra i cinque anni di lavoro sono stati un buon biglietto da visita).

Torniamo al colloquio di lavoro: 11 gennaio 2018, prime ore del pomeriggio. Oltre alla tensione del colloquio ("parlerò in modo corretto?", "sarò vestita nel modo giusto?") quel giorno soffiava un vento gelido, che non aiutava affatto in una giornata in cui le temperature erano decisamente basse,
Sono arrivata alla scuola, mi hanno fatto accomodare in un piccolo ufficio e ho tirato fuori qualcosa per controllare il mio aspetto: carnagione cadaverica da regina delle nevi, naso rosso e espressione spaventata.

Per fortuna il colloquio si è svolto nell'ufficio del preside, ampio e luminoso, in cui sono stata accolta da lui, dalla vicepreside e dalla responsabile del settore contabilità. Mi hanno fatto delle domande sul mio curriculum, sulla mia vita in Giappone, e mi sono resa conto che le cose stavano andando bene perchè sembravano contenti e ridevano per qualche piccola battuta.

Insomma, per farla breve: quando sono uscita da quell'ufficio ero diventata la nuova responsabile del corso di italiano. E la giornata gelida era diventata improvvisamente più sopportabile.


Torniamo a noi. Prima che arrivasse la primavera ho avuto a che fare con una esperienza di lavoro non canonica, di cui vi ho parlato nel mio post precedente  http://ilgiapponedidaniela.blogspot.com/2018/02/strani-lavori-giapponesi.html

Ma subito dopo mi è arrivata fra capo e collo un'altra nuova esperienza che ha fatto piangere un pò il mio portafoglio: la visita di controllo richiesta dal datore di lavoro! In parole povere, per la prima volta in dieci anni mi hanno chiesto di fare una serie di esami medici e di far avere i risultati della visita prima di cominciare le mie lezioni.

Forse sono stata fortunata fin'ora. In ogni caso il mio lavoro, anche quello che sembra più interessante, rimane un lavoro part-time e quindi nessuno mi aveva mai chiesto certificati medici fin'ora.

Se conoscete questi aspetti della vita lavorativa in Giappone, saprete che di solito queste visite vengono pagate dal datore di lavoro. Beh, come vi dicevo il mio è un lavoro part-time, quindi ho dovuto pagare di tasca mia... Non è stata una spesa da poco: il nostro comune invia una serie di tagliandi che permettono di effettuare questi esami a prezzi ridotti, ma purtroppo vanno utilizzati entro il 31 dicembre dell'anno a cui si riferiscono. Alla fine di febbraio per me era già tardi.

La seconda difficoltà era data dalla ricerca del luogo giusto: per ragioni di tempo non potevo spostarmi troppo lontano, e dovevo trovare la clinica nei dintorni di casa nostra. Per fortuna sono riuscita a sistemare anche questo problema in un paio di giorni. Col portafoglio leggero ho finalmente spedito tutti i documenti che la nuova scuola mi aveva richiesto.

Con il mese di marzo altre novità hanno bussato alla mia porta: un incarico nel comitato dei genitori dell'asilo, e un nuovo incarico come insegnante di italiano (e sempre a Osaka!). Ve ne parlerò al più presto.

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